Guida ai Vini naturali: cosa sono e come riconoscerli

21.10.2025
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Questa guida spiega cosa sono i vini naturali, come nascono tra vigna e cantina, come riconoscerli in etichetta e nel bicchiere, e quali stili esplorare tra orange wine, pét-nat, rifermentati, rossi e bianchi.

I vini naturali sono l’altra faccia della viticoltura contemporanea: meno interventi tecnologici, più attenzione a uve sane, suoli vivi e trasparenza del terroir. In questa guida andiamo oltre la definizione in etichetta e ti diamo criteri pratici per scegliere consapevolmente il tuo vino naturale preferito e farti scoprire cosa significa davvero “naturale”, come si lavora in vigna e in cantina, quali stili scegliere e come servirli e conservarli.


Per entrare subito nel vivo della tipologia di vino, un rosso naturale di finezza borgognona come Le Grappin Savigny-lès-Beaune Rouge 2021 è un ottimo esempio di frutto nitido, trama sottile e impronta territoriale senza forzature.


Cosa si intende per vino naturale?

Per “vino naturale” si intende un vino ottenuto da uve coltivate senza chimica di sintesi (erbicidi, pesticidi sistemici) e vinificato con interventi minimi in cantina. In pratica: rese contenute, raccolta manuale per parcella, inerbimenti/sovesci in vigna; in cantina fermentazioni spontanee con lieviti selezionati, additivi/coadiuvanti ridotti all’osso, solforosa assente o molto bassa, chiarifiche e filtrazioni leggere o talvolta assenti. L’obiettivo non è “zero interventi” ma un intervento consapevole: si controlla, non si forza.


Lo stesso approccio “intervento minimo” può dare risultati molto diversi: pensa alla precisione cristallina del Pattes Loup (Thomas Pico) Chablis 2022, dove il lavoro agricolo pulito e le fermentazioni misurate puntano alla massima trasparenza del terroir.


Qual è la differenza tra vini naturali e vini biologici?

“Biologico” è una certificazione che disciplina soprattutto la gestione agricola (niente chimica di sintesi, regole chiare in vigneto), ma in cantina ammette una gamma di pratiche entro limiti di legge. “Naturale” non è univocamente normato a livello UE: è un approccio che parte da uve biologiche o biodinamiche e riduce al minimo gli interventi di cantina. Molti vini naturali sono anche biologici o vini biodinamici; non tutti i vini biologici, però, sono “naturali” in vinificazione.


Come si riconosce un vino naturale?

Cerca indizi coerenti sull'etichetta: “fermentazione spontanea”, “lieviti indigeni”, “non filtrato”, “senza solfiti aggiunti”, “macerazione sulle bucce”. Nel bicchiere troverai spesso profumi più “territoriali”, possibile velatura o sedimento se non filtrato. Ricorda: “senza solfiti aggiunti” non significa zero solfiti totali perché i lieviti ne producono naturalmente in piccole quantità.


Vitigni, terroir e metodi di coltivazione

I vini artigianali nascono dall’equilibrio in vigna: potature mirate, selezioni grappolo per grappolo, gestione del suolo con inerbimenti e sovesci per preservare biodiversità e struttura. Tra i rossi che raccontano bene il rapporto vitigno–suolo, il Bastian Wolber Côte de Nuits Villages Clos Magny 2023 unisce energia, florealità e una struttura che rappresenta fedelmente il territorio. Suoli calcarei, argillosi, vulcanici o sabbiosi, esposizioni e altitudini diverse danno profili distinti: bianchi salini “marini”, rossi tesi di alta quota, orange wine dal colore ambrato, con tannino fine.


Metodo di vinificazione naturale

Il principio è controllo e tempo al posto della forzatura tecnologica. Fermentazioni spontanee in acciaio o cemento per maggiore precisione, in anfora o botti grandi per micro-ossigenazione naturale. Sui vini rossi si preferisce un’estrazione dolce; sui bianchi la macerazione a contatto con le bucce può durare da pochi giorni a mesi (così nascono gli orange wine). Filtrazioni e chiarifiche sono minime o assenti per preservare materia e identità.


Stili da conoscere: orange wine, pét-nat, rifermentati, anfora

Gli orange wine (bianchi macerati) hanno colore ambrato, tannino fine e aromi di tè, agrumi, erbe: sono versatili a tavola con cucina speziata e formaggi. I Pétillant Naturel o i vini rifermentati in bottiglia offrono bollicine artigianali spesso non sboccate, profumi di crosta di pane e frutto croccante, una lieve velatura naturale. I rossi privilegiano frutto succoso e tannino setoso; l’uso dell’anfora porta definizione salina e una texture inconfondibile. Se vuoi misurare il lato più succoso e gastronomico dei naturali, il L’Anglore Tavel 2023 è un rosato vivo e salino, capace di coniugare immediatezza di frutto e profondità tattile in stile artigianale.


Servizio, abbinamenti e conservazione

I vini naturali rendono al meglio con temperature corrette e un minimo di ossigenazione. Orange wine e vini bianchi strutturati stanno bene tra 10 e 14 °C; i rossi tra 14 e 18 °C. Se all’apertura avverti riduzione, bastano pochi minuti in caraffa o ampi calici. In abbinamento: orange con cucina vegetale, spezie e formaggi; rossi con pollame, piatti di mare strutturati, grigliata leggera; pét-nat per aperitivi, crudi e cucina di mare. In conservazione valgono le regole della cantina domestica: buio, 12–16 °C stabili, umidità 65–80%, bottiglie coricate, vibrazioni minime e ordine.