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Prunotto,Barolo Cannubi 1996Bottiglia 750 ml
Caratteristiche
Vitigno
Nebbiolo
Anno
1996
Temperatura di servizio
16-18°C
Denominazione
Barolo DOCG
Alcool
13.5%
Descrizione vino
Il Barolo Cannubi 1996 di Prunotto è una delle versioni più classiche e longeve del celebre cru Cannubi, simbolo del comune di Barolo. Le uve Nebbiolo provengono da vigneti situati su colline esposte a sud-est, con suoli calcareo-sabbiosi che conferiscono eleganza e profumi distintivi. La vinificazione, rigorosamente tradizionale, comprende macerazione lunga e affinamento di circa due anni in botti grandi di rovere di Slavonia, seguito da un lungo riposo in bottiglia. Il colore è granato con riflessi aranciati. Al naso si apre con rosa appassita, foglie secche, tabacco e liquirizia, con tratti minerali e terrosi. Il palato è sobrio, austero ma nobile, con tannini setosi e una chiusura lunga e sapida. Annata storica che oggi regala un Barolo in perfetta maturità.
Produttore
Prunotto
La cantina Prunotto è uno dei nomi più prestigiosi del Piemonte, un simbolo di eleganza e raffinatezza che ha saputo attraversare i decenni mantenendo intatta la sua eccellenza. Fondata nel 1923 da Alfredo Prunotto, l'azienda ha scritto un capitolo importante nella storia del vino piemontese, contribuendo alla valorizzazione di denominazioni leggendarie come Barolo, Barbaresco e Barbera d’Asti. Dagli anni ‘80, Prunotto è parte della famiglia Antinori, che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, portando la cantina a nuovi livelli di prestigio. I vigneti si estendono tra Langhe, Roero e Monferrato, in un mosaico di terroir unici caratterizzati da suoli argillosi e calcarei, che donano ai vini complessità e profondità. La filosofia produttiva si basa su un'attenzione meticolosa alla vigna, con pratiche sostenibili e vinificazioni che rispettano l’identità del frutto. Il risultato sono vini di straordinaria eleganza e longevità, autentiche espressioni del territorio, capaci di incantare con la loro finezza e struttura. Prunotto rappresenta una sintesi perfetta tra il rigore della tradizione e una visione moderna della grande enologia piemontese.
