Château Margaux: il Tocco Femminile che ha Rivoluzionato

Nel cuore dell'appellazione Margaux, sorge uno château che ha messo in atto una vera e propria metamorfosi: Château Margaux. Da proprietà prestigiosa a icona assoluta del lusso enologico mondiale, una cantina che porta la firma indelebile di una donna.
Quando nel 1977 André Mentzelopoulos varcò i cancelli della proprietà, pochi avrebbero immaginato che quella acquisizione avrebbe innescato un processo di rinnovamento destinato a durare oltre quarant'anni. Ma è con sua figlia Corinne che la vera rivoluzione prende forma: nel 1987, a soli ventisette anni, eredita non solo 99 ettari di terroir d'eccezione, ma la responsabilità di guidare uno dei quattro Premier Grand Cru Classé del Médoc in un'epoca in cui il settore vinicolo rimaneva saldamente ancorato a logiche patriarcali.
Le Radici Storiche d'Eccellenza
Nel XVIII secolo, la proprietà assume i connotati della grandezza moderna, grazie all'intuizione visionaria di Berlon de Lamarque. Questo magistrato del Parlamento di Bordeaux non si limitò a riconoscere il potenziale eccezionale del terroir, ma comprese che solo attraverso investimenti sostanziali e una gestione scientifica si sarebbe potuto esprimere la vera essenza di queste terre.
L'architettura neoclassica dello château, completata nel 1810, rappresenta molto più di una dimora signorile: è la materializzazione di una filosofia che vedeva nell'eleganza formale il riflesso della perfezione enologica. Quando nel 1855 Napoleone III commissionò la celebre classificazione per l'Esposizione Universale di Parigi, Château Margaux conquistò il rango di Premier Grand Cru Classé.
La superiorità di Château Margaux trova la sua spiegazione scientifica nella straordinaria composizione geologica del suo terroir. I 99 ettari si estendono su una collina di ghiaie risalenti al Quaternario, un substrato unico che conferisce ai loro vini francesi quella finezza e quell'eleganza che lo distinguono. La composizione varietale riflette questa unicità territoriale: il Cabernet Sauvignon domina con circa il 75% dell'impianto, seguito dal Merlot (20%), dal Petit Verdot (3%) e dal Cabernet Franc (2%).
L'appellazione Margaux stessa, la più estesa del Médoc con i suoi 1.413 ettari, trova in Château Margaux il suo ambasciatore più illustre. Il disciplinare rigoroso dell'AOC, che impone rese massime di 57 ettolitri per ettaro e metodi di vinificazione tradizionali, garantisce quella coerenza qualitativa che ha reso l'appellazione sinonimo di eleganza e raffinatezza nel panorama dei vini di bordeaux.

La Rivoluzione Femminile
L'acquisizione di Château Margaux da parte di André Mentzelopoulos nel 1977 rappresenta uno spartiacque nella storia non solo della proprietà, ma dell'intero panorama bordeaux. La filosofia di André Mentzelopoulos si basava su un principio cardine: il rispetto assoluto per il terroir doveva essere accompagnato da investimenti tecnologici che permettessero di estrarre da ogni grappolo la massima espressione qualitativa.
La prematura scomparsa di André Mentzelopoulos nel 1980 avrebbe potuto segnare la fine del progetto di rinnovamento. Invece, si rivelò l'inizio di una fase ancora più rivoluzionaria. Nel 1987, Corinne Mentzelopoulos, laureata in economia e management all'HEC Paris, assume la direzione della proprietà a soli ventisette anni, diventando la prima donna a guidare un Premier Grand Cru Classé.
Il suo approccio innovativo si manifesta immediatamente attraverso decisioni che ridefiniscono gli standard qualitativi del settore. La creazione del Pavillon Rouge nel 1908 viene ripensata e rilanciata come secondo vino di eccellenza assoluta, non come semplice "declassato" del grand vin. Questa filosofia rivoluzionaria trasforma il secondo vino da necessità commerciale a espressione autonoma del terroir, stabilendo un nuovo paradigma seguito successivamente da molte proprietà di prestigio.
L'introduzione del Pavillon Blanc rappresenta forse la decisione più audace: vinificare Sauvignon Blanc in purezza su un terroir vocato ai rossi, con rese drasticamente limitate, per la produzione di un vino bianco raro e ricercato di Bordeaux. Solo 1.000-1.200 bottiglie annue che esprimono una visione del lusso basata sull'esclusività e sulla perfezione tecnica.
La collaborazione con Paul Pontallier, nominato direttore tecnico nel 1983, diventa il motore di questa rivoluzione qualitativa. L'introduzione della criomacerazione, della fermentazione malolattica in barrique selezionate e dell'affinamento prolungato su fecce fini trasforma il profilo organolettico di Château Margaux, conferendogli quella complessità aromatica e quella struttura tannica raffinata che lo distinguono nel panorama dei Premier Grands Crus.
L'innovazione più significativa riguarda l'approccio alla selezione parcellare: Château Margaux viene suddiviso in 78 parcelle diverse, ognuna vinificata separatamente e poi assemblata solo dopo degustazioni comparative che possono durare mesi. Questa metodologia, oggi standard, fu introdotta da Corinne con vent'anni di anticipo rispetto alla concorrenza, dimostrando come la sua intuizione femminile cogliesse sfumature che sfuggivano agli approcci più tradizionali.

Il Nuovo Rinascimento
L'evoluzione di Château Margaux verso la terza generazione rappresenta un caso di studio unico nel panorama dei grandi cru bordeaux. Alexandra Mentzelopoulos, figlia di Corinne, cresciuta tra le vigne e formata nelle migliori business school internazionali, incarna la sintesi perfetta tra radici profonde e visione contemporanea.
Il suo ingresso progressivo nella gestione operativa, iniziato negli anni 2010, non rappresenta una semplice successione familiare, ma l'evoluzione naturale di un progetto che ha sempre guardato al futuro. La visione sostenibile di Château Margaux sotto la guida della nuova generazione si concretizza in progetti ambiziosi che ridefiniscono gli standard del settore. L'ottenimento della certificazione biologica, completato nel 2023 dopo un processo di conversione durato tre anni, rappresenta molto più di un adeguamento normativo: costituisce una dichiarazione filosofica che colloca la sostenibilità al centro della strategia produttiva.
Il programma di riconversione ha comportato investimenti significativi in ricerca e sviluppo: dall'introduzione di preparati biodinamici specifici per il terroir alla sperimentazione con coperture vegetali innovative tra i filari. I risultati sono misurabili: riduzione del 40% nell'uso di prodotti fitosanitari, incremento del 25% della biodiversità microbica del suolo, diminuzione del 30% del consumo idrico per ettaro.
La scomparsa di Paul Pontallier nel 2016 ha rappresentato un momento cruciale per Château Margaux, segnando la fine di un'era e l'inizio di una nuova fase. Philippe Bascaules, suo successore alla direzione tecnica, incarna perfettamente la filosofia di continuità nell'innovazione che caratterizza la gestione della proprietà. Il team enologico attuale rappresenta un perfetto equilibrio tra esperienza consolidata e giovani talenti.
I Vini di Château Margaux