Chardonnay: abbinamenti con il cibo

22.08.2025
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Nato in Borgogna ma di casa ovunque, lo Chardonnay è il bianco camaleontico che assorbe clima, suolo e scelte di cantina cambiando volto nel bicchiere. In acciaio corre fresco e salino, ideale con pesce e crudi; in barrique si fa cremoso e avvolgente, perfetto con carni bianche e formaggi morbidi. Questa guida intreccia territori italiani e Borgogna, etichette reali e ricette semplici per scegliere senza dubbi l’abbinamento giusto, ogni volta.

Nato in Borgogna, oggi viene coltivato ovunque, lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca che ha un carattere “camaleontico” perché il suo profilo di base è relativamente neutro: assorbe come una spugna clima, suolo e scelte di cantina. Nei climi freschi privilegia acidità e definizione: profumi di limone, mela verde, pera croccante, talvolta una vena minerale. In zone più calde, il frutto vira su pesca, ananas, melone e una sensazione più morbida al centro bocca.


Il lavoro in cantina ne modella la texture. Questa duttilità spiega perché lo Chardonnay può essere sia uno dei bianchi più freschi e scattanti, sia uno dei più avvolgenti e complessi—e perché trovi versioni da bere giovani accanto a bottiglie con potenziale d’evoluzione.


Come cambia lo stile: acciaio vs barrique

Capire lo stile dello Chardonnay è la chiave di ogni abbinamento. Uno vino Chardonnay in acciaio mette al centro freschezza, agrumi e una sapidità che invita al sorso: è la scelta naturale quando in tavola ci sono crudi di mare, fritti leggeri e primi dal tocco agrumato.


All’estremo opposto c’è lo Chardonnay in barrique: più cremoso, rotondo, con sfumature di vaniglia e frutta secca. Qui il vino bianco diventa un ponte ideale per salse al burro, funghi e formaggi morbidi.


Anche climi e territori orientano il carattere del vino. In Alto Adige e Friuli prevalgono tensione e mineralità, perfette per piatti iodati e cotture delicate. Puglia e Toscana offrono un aroma delicato e fruttato, ideale con secondi saporiti e spezie mediterranee. La Borgogna, infine, unisce profondità ed eleganza: legno finissimo, stratificazione e finale lungo che accompagnano crostacei, risotti cremosi e formaggi morbidi. Sapere da dove viene il tuo Chardonnay ti aiuta a scegliere l’abbinamento con precisione chirurgica—e a trasformare ogni calice nella scelta giusta per il piatto.


7 etichette di Chardonnay e gli abbinamenti migliori

Cantina di Terlano – Chardonnay (Trentino Alto Adige)

Qui lo Chardonnay esprime profumi nitidi di mela, fiori bianchi, una lama di freschezza che fa venire fame. È il bianco da frutti di mare, perfetto con spaghetti alle vongole veraci: fai aprire le vongole in padella con aglio, prezzemolo e un filo d’olio, sfuma con un goccio di vino e chiudi con zest di limone.


Tormaresca – Chardonnay (Puglia)

Mediterraneo nel cuore e in tavola. La vinificazione in acciaio regala agrumi croccanti e una beva salina che chiama molluschi. Provalo con una impepata di cozze: olio buono, aglio schiacciato, pepe generoso e un po' di limone. Il vino rinfresca, sgrassa e accompagna senza coprire; il risultato è una sequenza sorso-boccone irresistibile.


Primosic – Chardonnay (Collio)

Collio significa equilibrio: una parte in acciaio per la spinta, una carezza di legno fine per la texture. È lo Chardonnay perfetto per un classico del Nordest, il baccalà mantecato con polenta morbida. La crema del piatto trova nel vino un compagno capace di tenere il ritmo: freschezza a bilanciare, lieve rotondità a fare da ponte con l’olio e la dolcezza della polenta.


Jermann – Chardonnay (Friuli Venezia Giulia)

Moderno e luminoso, nasce in acciaio con una breve sosta sui lieviti: succoso, scattante, con un tocco esotico mai invadente. A casa, gioca la carta della insalata di mare tiepida con agrumi e finocchio: croccante, profumata, leggera. Il vino ne amplifica i profumi e ripulisce il palato, rendendo ogni forchettata nuova.


Capannelle – Chardonnay (Toscana)

Qui la barrique è dosata con intelligenza: il frutto resta in primo piano, ma arrivano cremosità e una sottile vaniglia. A tavola chiama pollo alle erbe con patate arrosto: rosmarino, salvia e una noce di burro. La rotondità del vino accompagna succulenza e note aromatiche, mentre l’acidità tiene il piatto in equilibrio.


Domaine de la Vougeraie – Bourgogne “Terres de Famille

Stile borgognone puro: legno misurato, mineralità, profondità. È l’etichetta che fa splendere i piatti semplici quando sono fatti bene. Provalo con un filetto di trota al burro e salvia: rosolatura delicata, una noce di burro, qualche goccia di limone a rifinire. Il vino raccoglie il burro senza appesantire e accompagna la dolcezza della trota con una chiusura pulita e salina.


Miani – Chardonnay (Friuli Colli Orientali)

Per quando vuoi alzare l’asticella. Struttura, materia, rovere cesellato e un finale lunghissimo: è uno Chardonnay che pretende un piatto all’altezza. La scelta giusta? Tajarin al burro e tartufo oppure capesante scottate al burro, con una brunoise di sedano rapa. Le note tostate e la cremosità del vino si intrecciano, creando un abbinamento da ricordare.