
94

Castello Romitorio,Brunello di Montalcino 2018Bottiglia 750 ml

94
Caratteristiche
Vitigno
Sangiovese
Anno
2018
Temperatura di servizio
16-18°C
Denominazione
Brunello di Montalcino DOCG
Abbinamenti
carne rossa, selvaggina, formaggi stagionati come pecorino toscano, piatti a base di funghi
Alcool
14.5%
Corpo
Strutturato
Dolcezza
Secco
Intensità aromatica
Media
Sentori
Descrizione vino
Il Brunello di Montalcino 2018 di Castello Romitorio è un vino di grande struttura e complessità, prodotto con uve Sangiovese in purezza. Il naso è caratterizzato da note di marasche, viole e melagrana, con sfumature di spezie e legno. Al palato, il vino si presenta con tannini densamente intrecciati ma fini, conferendo una struttura eccezionale. La sua evoluzione è lenta e sensuale, con un finale lungo e persistente. Ideale per accompagnare piatti strutturati come carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.
Produttore
Castello Romitorio
Avvolto dai silenzi ancestrali delle colline di Montalcino, Castello Romitorio è molto più di una cantina: è un luogo mistico dove arte, vino e paesaggio si fondono in una sinfonia visiva e sensoriale. Fondato nel 1984 dall’artista Sandro Chia, tra i principali esponenti della Transavanguardia italiana, il Castello – un’antica fortezza con origini che risalgono al XIII secolo – è stato restaurato con amore e visione, trasformandosi in un faro di eccellenza per il Brunello di Montalcino. Circondati da boschi secolari e vigneti coltivati tra i 250 e i 500 metri di altitudine, i terreni del Romitorio presentano una straordinaria complessità geologica, con suoli ricchi di argille, galestro e rocce calcaree. Il microclima è unico: le brezze che scendono dal Monte Amiata mitigano le estati calde e permettono una maturazione lenta e bilanciata delle uve, donando ai vini un’impronta profonda e verticale. La filosofia produttiva riflette la sensibilità artistica del fondatore: il lavoro nei vigneti è meticoloso, ispirato alla sostenibilità e all’armonia con la natura. Le fermentazioni avvengono con lieviti indigeni, e i lunghi affinamenti in legni nobili esaltano l’identità autentica di ogni annata. La cura quasi pittorica nella selezione e nell’assemblaggio è guidata oggi da Filippo Chia, che ha raccolto il testimone del padre con uno sguardo contemporaneo e internazionale.