Liber Pater: il Bordeaux dimenticato che sfida il sistema

07.07.2025
Info articolo
Liber Pater è una micro-cantina bordolese fondata da Loïc Pasquet con l’ambiziosa missione di riscoprire le origini perdute del vino di Bordeaux. Nota per le sue bottiglie tra le più costose al mondo, la tenuta produce vini da vitigni pre-fillossera, coltivati senza portainnesto americano, con una filosofia che sfida apertamente le regole della denominazione.

Un progetto controcorrente nel cuore delle Graves

Situata a Landiras, nella regione delle Graves, Liber Pater nasce dall'ossessione di Loïc Pasquet per l'autenticità storica del vino bordolese. Il suo obiettivo è ricreare i vini così come erano prima della fillossera, la devastante epidemia che colpì i vigneti europei alla fine dell’Ottocento. Per farlo, ha scelto di ripiantare vitigni autoctoni dimenticati (come Castets, Tarnay-Coulant, Saint-Macaire) su piede franco, cioè senza innesto su vite americana, e coltivati ad alberello, come si faceva nel XIX secolo. Le rese sono estremamente basse (fino a 2 hl/ha), e la viticoltura è portata avanti con strumenti antichi, trazione animale e metodi completamente naturali.

Un vino fuori dal tempo e dalle classificazioni

I vini di Liber Pater non sono etichettati come AOC Bordeaux, ma come Vin de France, poiché Loïc Pasquet rifiuta molte regole imposte dal disciplinare. Ogni bottiglia è frutto di un lavoro maniacale: fermentazioni spontanee, nessun uso di tecnologia invasiva, affinamenti lunghi e imbottigliamento senza filtrazione. Il risultato è un vino radicalmente diverso dal Bordeaux moderno: più chiaro nel colore, con alcol contenuto, acidità vibrante e aromi che ricordano i rossi di un’altra epoca – note di frutta rossa selvatica, erbe, cuoio, pietra e spezie rare. Ogni annata è prodotta in quantità iper-limitate (a volte fino a 500 bottiglie) e confezionata in vetro soffiato a mano, con etichette in pergamena scritta a china.

Prezzo, scandalo e rinascita di un’eredità dimenticata

Liber Pater è diventata celebre anche per il suo prezzo shock: l’annata 2015 è stata venduta a 30.000 euro a bottiglia, facendo notizia in tutto il mondo. Questo posizionamento estremo ha scatenato critiche, ma anche ammirazione per il coraggio del progetto. Loïc Pasquet è stato persino coinvolto in controversie legali con l’INAO (l’ente francese delle denominazioni), che lo ha accusato di non rispettare le normative, contribuendo a consolidarne l’aura da outsider. Tuttavia, l’interesse per Liber Pater è cresciuto: ristoranti tre stelle, collezionisti e critici lo hanno definito un esperimento unico, capace di farci assaporare com’era il Bordeaux prima dell’industrializzazione. Un vino non solo da bere, ma da comprendere: un manifesto enologico, storico e filosofico.