Liber Pater: il Bordeaux dimenticato che sfida il sistema

Un progetto controcorrente nel cuore delle Graves
Situata a Landiras, nella regione delle Graves, Liber Pater nasce dall'ossessione di Loïc Pasquet per l'autenticità storica del vino bordolese. Il suo obiettivo è ricreare i vini così come erano prima della fillossera, la devastante epidemia che colpì i vigneti europei alla fine dell’Ottocento. Per farlo, ha scelto di ripiantare vitigni autoctoni dimenticati (come Castets, Tarnay-Coulant, Saint-Macaire) su piede franco, cioè senza innesto su vite americana, e coltivati ad alberello, come si faceva nel XIX secolo. Le rese sono estremamente basse (fino a 2 hl/ha), e la viticoltura è portata avanti con strumenti antichi, trazione animale e metodi completamente naturali.

Un vino fuori dal tempo e dalle classificazioni
I vini di Liber Pater non sono etichettati come AOC Bordeaux, ma come Vin de France, poiché Loïc Pasquet rifiuta molte regole imposte dal disciplinare. Ogni bottiglia è frutto di un lavoro maniacale: fermentazioni spontanee, nessun uso di tecnologia invasiva, affinamenti lunghi e imbottigliamento senza filtrazione. Il risultato è un vino radicalmente diverso dal Bordeaux moderno: più chiaro nel colore, con alcol contenuto, acidità vibrante e aromi che ricordano i rossi di un’altra epoca – note di frutta rossa selvatica, erbe, cuoio, pietra e spezie rare. Ogni annata è prodotta in quantità iper-limitate (a volte fino a 500 bottiglie) e confezionata in vetro soffiato a mano, con etichette in pergamena scritta a china.

Prezzo, scandalo e rinascita di un’eredità dimenticata
Liber Pater è diventata celebre anche per il suo prezzo shock: l’annata 2015 è stata venduta a 30.000 euro a bottiglia, facendo notizia in tutto il mondo. Questo posizionamento estremo ha scatenato critiche, ma anche ammirazione per il coraggio del progetto. Loïc Pasquet è stato persino coinvolto in controversie legali con l’INAO (l’ente francese delle denominazioni), che lo ha accusato di non rispettare le normative, contribuendo a consolidarne l’aura da outsider. Tuttavia, l’interesse per Liber Pater è cresciuto: ristoranti tre stelle, collezionisti e critici lo hanno definito un esperimento unico, capace di farci assaporare com’era il Bordeaux prima dell’industrializzazione. Un vino non solo da bere, ma da comprendere: un manifesto enologico, storico e filosofico.

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