Jacques Selosse: l’anima artigianale e radicale della Champagne

Un vigneron filosofo nella Côte des Blancs
Il Domaine Jacques Selosse, fondato negli anni ’50, ha vissuto la sua rinascita con l’arrivo di Anselme Selosse nel 1980, dopo studi in Borgogna. Da allora, Selosse ha rivoluzionato la Champagne introducendo pratiche da viticoltura borgognona: coltivazione biologica (non certificata), raccolta manuale, bassissime rese e vinificazioni parcella per parcella in barrique borgognone. Il terroir è protagonista assoluto: la tenuta possiede circa 8 ettari (principalmente Chardonnay Grand Cru) distribuiti ad Avize, Cramant, Oger e Mesnil-sur-Oger, con piccole parcelle di Pinot Noir nella Montagne de Reims. Ogni intervento è guidato da una filosofia non interventista, incentrata sull’energia della terra e sull’espressività pura del vino.

Champagne di carattere, ossidativi e profondi
Lo stile Selosse è immediatamente riconoscibile: gli Champagne presentano note ossidative eleganti, aromi di miele, nocciola, frutta secca, agrumi canditi e spezie. La spuma è fine, la struttura avvolgente, la persistenza infinita. Il vino di base fermenta in barrique di rovere usate con bâtonnage, seguito da lunghi affinamenti sur lie. L’etichetta più celebre è Initial, uno Chardonnay da Avize, Cramant e Oger. Accanto a questo, troviamo Substance, un vino perpetuo ispirato al sistema solera, assemblato da oltre 20 annate diverse. Al vertice della produzione troviamo i lieux-dits della serie “Lieux-Dits”, ciascuno dedicato a una singola parcella e vinificato separatamente: espressioni rare, ricercatissime. Selosse produce anche rarissimi rosé e vini fermi (come l’Exception, uno Chardonnay vin de France).

Una filosofia che ha cambiato la Champagne
Jacques Selosse è oggi considerato un maestro e un visionario, capace di ispirare un’intera generazione di vigneron indipendenti. Le sue bottiglie sono disponibili in quantità limitatissime e raggiungono prezzi elevati, ma ogni annata è attesa con reverenza. Anselme ha trasmesso la sua visione al figlio Guillaume, che oggi conduce la tenuta con la stessa sensibilità e attenzione. L’influenza di Selosse si estende ben oltre il vino: è stato il primo a parlare di Champagne come vino da terroir in senso borgognone, valorizzando il concetto di parcella e annata anche in una regione tradizionalmente legata all’assemblaggio. Il suo lavoro ha contribuito a cambiare radicalmente la percezione dello Champagne nel mondo del vino d’autore.

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