Domaine d’Auvenay: l’anima segreta della Borgogna firmata Lalou Bize-Leroy

09.07.2025
Info articolo
Domaine d’Auvenay è la tenuta personale di Lalou Bize-Leroy, figura mitica della Borgogna e del vino naturale. Fondata negli anni '90 a Meursault, rappresenta oggi una delle espressioni più estreme e raffinate del terroir borgognone, con produzioni rarissime, biodinamiche e ricercatissime dai collezionisti di tutto il mondo.

Una visione radicale nel cuore di Meursault

Domaine d’Auvenay nasce come progetto parallelo al più noto Domaine Leroy, ed è la manifestazione più personale e radicale di Lalou Bize-Leroy, ex co-manager di Romanée-Conti. La tenuta si estende su pochi ettari in Côte de Beaune e Côte de Nuits, lavorati interamente secondo principi biodinamici, con una cura quasi mistica. Lalou gestisce ogni parcella con estrema attenzione, convinta che solo attraverso un profondo rispetto della terra si possa ottenere un vino vivo, vibrante e puro. La cantina è situata a Meursault, ma le sue parcelle toccano alcuni dei climat più prestigiosi della Borgogna: Chevalier-Montrachet, Criots-Bâtard-Montrachet, Mazis-Chambertin, Bonnes Mares, e molti altri.

Vini rari, puri, scolpiti dal tempo

I vini del Domaine d’Auvenay sono tra i più ambiti, costosi e difficili da reperire al mondo. La produzione è estremamente limitata: poche migliaia di bottiglie all’anno, vinificate con metodi naturali, nessun lievito selezionato, affinamento lunghissimo e interventi minimi. I bianchi, in particolare, sono considerati tra i migliori Chardonnay esistenti: profondi, salini, taglienti, capaci di durare oltre 30 anni in bottiglia. I rossi, puri Pinot Noir, sono l’emblema della finezza: floreali, stratificati, eleganti, mai eccessivi. Ogni vino è il risultato di una microvinificazione artigianale, con un uso calibratissimo del legno nuovo e una fedeltà assoluta al carattere del terroir. Chi ha la fortuna di assaggiare un Auvenay racconta un’esperienza quasi spirituale: vini che sfuggono alle logiche commerciali e parlano una lingua tutta loro.

Segretezza, culto e una visione senza compromessi

Domaine d’Auvenay è chiusa al pubblico, non ha sito web, non fa visite né degustazioni. La sua notorietà è cresciuta grazie al passaparola tra sommelier, collezionisti e ristoranti stellati, che considerano i vini di Lalou Bize-Leroy una sorta di “Santo Graal” del vino. Le bottiglie compaiono nelle aste più esclusive a cifre da capogiro, ma dietro questo culto c’è un’etica ferrea: nessuna scorciatoia, nessun compromesso, nessun interesse per il marketing. Lalou lavora con una precisione estrema, spesso in silenzio, mossa dalla convinzione che il vino debba riflettere la vita, non l’enologia. Domaine d’Auvenay è il vertice di una filosofia che unisce sensibilità, terroir, biodinamica e rigore assoluto.