Tenuta San Leonardo: eleganza trentina, anima bordolese

La cantina con mille anni di storia e tre secoli di famiglia
Nata come insediamento monastico oltre mille anni fa, San Leonardo è da più di tre secoli la dimora dei Marchesi Guerrieri Gonzaga: un giardino di vigne e rose incastonato nella Vallagarina. La corona alpina smorza i venti freddi, mentre il fondovalle trattiene e restituisce il tepore del vicino lago di Garda: qui è maturata l’idea di un grande vino dal taglio bordolese “di montagna”, oggi tra i vini rossi più amati d’Italia. L’identità della Tenuta tiene insieme memoria e sguardo avanti: classicità nel calice, modernità nelle scelte agricole e culturali.

Vigneti e cantina: dove il lago di Garda incontra le Alpi
Il “parco” San Leonardo copre circa 300 ettari, con 30 ettari di vigna attorno ai 150 m s.l.m.: Merlot sui suoli ciottolosi dell’antico alveo dell’Adige; Cabernet Sauvignon e vecchie vigne di Carmenère su terreni più sabbiosi. Il microclima è un equilibrio sottile: forti escursioni termiche estive scolpiscono aromi e acidità; in inverno la neve protegge i filari, e l’Ora del Garda mitiga le punte termiche. È qui che nascono vini rossi fini e longevi, ma anche vini bianchi tesi e scintillanti.
La filosofia di viticoltura è sartoriale: raccolte manuali, fermentazioni in vasche di cemento, affinamenti lunghi in legno. L’iconico San Leonardo affina 24 mesi in barrique e poi almeno 24 mesi in bottiglia. Accanto alla ricerca stilistica, un impegno certificato: nel 2024 la Tenuta ottiene il premio "Equalitas – Cantina Sostenibile", a testimoniare un percorso che intreccia ambiente, etica e territorio.
Dal Trentodoc ai grandi vini rossi
Parlare di Tenuta San Leonardo significa raccontare una produzione ampia e coerente: non solo il rosso-icona che porta il nome della Tenuta, ma anche Trentodoc di montagna, bianchi tesi e interpretazioni varietali che spiegano come il microclima Garda–Alpi diventi identità.
Si parte dal Trentodoc: bollicina finissima, profilo agrumato-salino, quella verticalità che nasce dall’altitudine e introduce lo stile con precisione, misura, eleganza. Dalla bollicina al bianco alpino: Vette di San Leonardo racconta il Sauvignon con naso nitido, scatto minerale, bevibilità cristallina. È il ponte ideale verso i rossi, perché prepara la bocca senza appesantire e mostra il filo comune della gamma: tensione e pulizia aromatica. Terre di San Leonardo è il taglio bordolese spiegato con semplicità colta: succoso, balsamico, gastronomico. Un vino rosso bordolese di montagna dalla trama setosa, equilibrio e capacità d’invecchiare.Dalla stessa cantina