Paolo Scavino: Avanguardia dal 1921 con cru, metodo e visione

Cent’anni di Barolo che guarda avanti
Fondata nel 1921 da Lorenzo e Paolo Scavino, la cantina è oggi guidata dalla terza e quarta generazione. Il baricentro resta Castiglione Falletto, con un portafoglio di menzioni storiche esteso ai comuni di Barolo, La Morra, Serralunga, Novello, Verduno e Roddi: circa 30 ettari su 20 cru della denominazione.

Dove nascono i vini: la “mappa” Scavino
Due capisaldi aiutano a leggere la firma di casa: Bric dël Fiasc, cru simbolo di Castiglione Falletto, e Rocche dell’Annunziata a La Morra (Riserva). Il primo unisce marne tortoniane ed elvetiane, il secondo è un “grand cru” acquistato nel 1990 e imbottigliato come Barolo Riserva nelle annate migliori.
Cru e interpretazioni
- Bric de Fiasc (Castiglione Falletto) — complessità e tensione minerale da marne miste; Barolo di spinta e definizione.
- Rocche dell'Annunziata Riserva (La Morra) — finezza e profondità vellutata; “grand cru” aziendale dal 1990.
- Ravera (Novello) — trama austera, energia e allungo; interpretazione moderna ma misurata del sito.
- Carobric — storica cuvée da parcelle di Cannubi, Rocche di Castiglione e BRIC dël Fiasc (profilo complesso e armonico).

Metodo di cantina: dall’innovazione alla misura
Negli anni ’90 Scavino è tra i protagonisti dell’innovazione langarola: rotofermentatori per estrazioni più dolci e tempi di macerazione più brevi; barrique usate in modo mirato e poi progressivamente ridotte a favore di botti grandi. Oggi la gestione del legno è calibrata (nuovo in percentuale contenuta e per tempi limitati, prima del passaggio in botti grandi), con l’obiettivo di preservare il disegno del cru e affinare i tannini.
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