Feudi di San Gregorio: vini dell’Irpinia tra vitigni autoctoni e deisgn

La cantina che ha cambiato il racconto dei vini campani
Dire Feudi di San Gregorio significa parlare di una cantina che ha avuto un ruolo reale nella rinascita qualitativa del vino del Sud Italia. Il progetto nasce in Irpinia nel 1986 e cresce con un’idea chiara: valorizzare le grandi uve campane e dimostrare che questo territorio può produrre vini raffinati, profondi e longevi, senza rinunciare a un linguaggio contemporaneo.
Il cuore di Feudi di San Gregorio è in Irpinia, nell’entroterra campano. Qui le vigne lavorano in un contesto montano-appenninico, con un clima spesso fresco, piovoso e segnato da forti escursioni termiche: condizioni che favoriscono profumi netti, acidità solide e una capacità di invecchiamento sorprendente, soprattutto per i bianchi. A questo si sommano suoli ricchi di minerali, spesso legati a matrici di origine vulcanica, che contribuiscono a dare tensione e impronta sapida ai vini.
I vitigni e lo stile della cantina Feudi di San Gregorio
La cantina è diventata un riferimento perché ha saputo dare centralità alle uve che definiscono la Campania del vino: Fiano e Aglianico prima di tutto, senza dimenticare la costellazione di varietà autoctone che fanno dell’Irpinia un mosaico complesso. La forza di Feudi di San Gregorio sta proprio qui: interpretare vitigni identitari con uno stile pulito, riconoscibile, capace di parlare sia all’appassionato sia a chi cerca bottiglie affidabili, ben costruite e coerenti nel tempo.
Feudi di San Gregorio ha sempre lavorato su un equilibrio preciso: rispetto del vitigno e del territorio, ma con una gestione enologica orientata alla definizione aromatica e alla continuità qualitativa. È uno stile che non cerca l’effetto speciale, ma costruisce profondità con metodo: nei bianchi attraverso freschezza e precisione, nei rossi attraverso trama tannica, maturità controllata e capacità di evolvere.
Feudi di San Gregorio tra arte e design
Una parte importante del racconto Feudi è culturale: la cantina ha investito nel progetto estetico e nella collaborazione con creativi, trasformando etichette e spazi in un’estensione della visione aziendale. Le etichette contemporanee sono legate al lavoro di Massimo Vignelli, mentre l’architettura della cantina è spesso citata come esempio di struttura moderna integrata nel paesaggio, diventando essa stessa un segno distintivo del brand. Il risultato è un’identità immediatamente riconoscibile: non “decorazione”, ma coerenza tra contenuto e forma.
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