Castello di Volpaia: il borgo medievale dove si produce Chianti Classico

09.12.2025
Info articolo
Castello di Volpaia è un borgo medievale trasformato in cantina: vigneti biologici tra 400–600 m, suoli di galestro e alberese, vinificazioni misurate e affinamenti pazienti. Lo stile? Eleganza di quota e longevità, raccontate attraverso il Chianti Classico.

Un villaggio medievale, una famiglia, un’idea chiara di vino toscano

Volpaia è prima di tutto un luogo: un borgo fortificato del XII secolo che oggi vive intorno al vino, custodito dalla famiglia Mascheroni Stianti. Qui la storia non è scenografia, ma infrastruttura: cantine nascoste nelle mura, vicoli che collegano sale d’affinamento, ospitalità diffusa. Il risultato è un progetto enologico con una forte coscienza di luogo: eleganza, misura, longevità come conseguenza naturale di altitudini, venti e luce. È da questa identità che nasce lo stile di Castello di Volpaia.

Camminare nel borgo significa attraversare un ecosistema vivo: botteghe, corti, passaggi sotterranei che mantengono temperatura e umidità naturali, spazi d’arte e accoglienza. Volpaia non “imita” il passato: lo usa come strumento contemporaneo. L’idea è semplice e potente cioè lasciare che il luogo parli e nel bicchiere la voce è limpida, riconoscibile.

Alto, fresco, sottile: i vigneti tra 400 e 600 metri

Tra i siti più alti del Chianti Classico: vigne a 400–600 m s.l.m., su galestro e alberese, ventilazione costante e notti fresche. In quota il Sangiovese affina la sua voce: profumi più nitidi, acidità vibrante, tannino sottile. La scelta agricola è coerente: biologico certificato, approccio prudente in vigna, attenzione alla biodiversità. L’altitudine non è un vezzo: è la leva che rende i vini tesi, minerali, capaci di invecchiare con grazia.

Vinificazioni misurate, acciaio per la purezza, botti grandi e barrique di secondo passaggio per accompagnare il frutto: ogni scelta è funzionale alla trasparenza del Sangiovese. Le Riserve maturano con pazienza attravers periodi lunghi in rovere e poi bottiglia per trasformare energia in finezza. Il borgo, con i suoi passaggi sotterranei e ambienti interconnessi, è parte attiva del processo: temperatura stabile, umidità naturale, un ritmo lento che asseconda il vino.

Dal cuore del Chianti Classico alla misura del tempo

Per capire Volpaia parti dal Chianti Classico 2022: è la fotografia più immediata del territorio, con aromi di ciliegia, profumo di erbe, finale pulito, un vino nato da acciaio e 12 mesi in botte. È il calice da tavola colto. Quando cerchi più stratificazione, il passo naturale è la Riserva 2019: stessi lineamenti, ma scolpiti dal tempo in legno (24 mesi) e da una selezione più rigorosa in vigna. Il sorso si allunga, i tannini si fanno seta, la spezia si affina. In due vini, il racconto completo: freschezza di quota e classicità chiantigiana che trovano il loro equilibrio tra immediatezza e profondità.