Castello di Ama: arte e cru nel Chianti Classico

Identità: un borgo, una visione, un linguaggio
Castello di Ama non è solo una cantina: è un ecosistema fatto di vigne, oliveti, opere d’arte e un borgo che vive la campagna. La visione è chiara: leggere il Sangiovese attraverso i singoli siti, ricorrendo a interventi di cantina misurati per privilegiare dettaglio e longevità. L’arte non è cornice, ma parte del paesaggio e della narrazione.
Geografia del gusto: esposizioni, altitudini, parcelle
I vigneti circondano il borgo su colline ventilate, con suoli misti e esposizioni differenziate che modulano maturità fenolica, profilo aromatico e trama tannica. La lettura per cru consente di riconoscere sfumature precise: energia e finezza a Bellavista, profondità e ampiezza a La Casuccia, equilibrio e verticalità a San Lorenzo.

Metodo: precisione “a togliere”
La cantina lavora per trasparenza: selezione accurata in vigna, vinificazioni per parcella, legni calibrati (botti grandi e barrique usate con misura), tempi di affinamento che permettono al Sangiovese di distendersi senza perdere tensione. L’obiettivo è un tannino cesellato, profumi puliti e un sorso disteso, con finale sapido.
La cantina riunisce cru di riferimento del Chianti Classico e una dimensione culturale rara: i vini sono fini, riconoscibili, con un’evoluzione complessa e armoniosa; l’esperienza in cantina è un viaggio tra paesaggio, storia e arte. Un indirizzo chiave per capire il Chianti Classico contemporaneo.
Arte nel vigneto: perché è parte dell’esperienza
Il percorso d’arte di Castello di Ama raccoglie installazioni permanenti firmate da artisti internazionali, inserite tra case, cantine e vigne. Il dialogo tra vino e arte genera un racconto sensoriale che continua nel calice: attenzione ai dettagli, ritmo, luce, stratificazione.
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