Cantina Argiolas: la Sardegna nel bicchiere

19.11.2025
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La storia di Argiolas è quella di una famiglia che ha deciso di prendere i vitigni sardi sul serio. Da Serdiana, nell’entroterra di Cagliari, in poco meno di un secolo questa cantina è passata da pochi ettari a un ruolo di riferimento assoluto per il vino sardo nel mondo.

Argiolas: la famiglia che ha rivoluzionato il vino sardo

La storia comincia agli inizi del ’900 a Serdiana, piccolo paese di oliveti e vigne a una ventina di chilometri da Cagliari. Qui nasce Antonio Argiolas, che eredita dal padre un podere di tre ettari e decide di scommettere sul vino come progetto di vita: impianta nuove vigne e, nel 1938, dà una struttura vera e propria alla cantina.

È lui il “patriarca” del vino sardo moderno: sarà tra i primi in Sardegna a definire la viticoltura di qualità. Negli anni ’70 e ’80, i figli Franco e Giuseppe raccolgono il testimone e ripiantano i vigneti con un obiettivo chiaro: puntare solo sui vitigni sardi come Cannonau, Carignano, Vermentino, Nuragus, abbandonando progressivamente le varietà internazionali.

In quegli anni nasce anche il progetto Turriga: Antonio Argiolas chiama l’enologo Giacomo Tachis per creare un grande rosso capace di competere con i migliori vini italiani, ma solo da uve tradizionali sarde.

Terroir e vitigni autoctoni sardi

l cuore di Argiolas è a Serdiana, nella regione storica del Parteolla: una zona collinare luminosa, ventilata, con suoli calcareo-argillosi che guardano verso il Campidano e il mare. I diversi vigneti (Serdiana, Is Solinas, Sisini, Vigne Vecchie, Sa Tanca) sono scelti per interpretare al meglio i vitigni locali: in collina, sui suoli calcareo-argillosi, dominano Cannonau, Monica e Nuragus; elle zone più sabbiose e vicino alle lagune salmastre del sud-ovest, come Is Solinas, brillano i Carignano dal tannino setoso; nelle aree più ventilate e fresche, il Vermentino trova le condizioni perfette per esprimere sapidità e tensione..

Per Argiolas, “fare vino è una questione di rispetto”: per la terra, per chi la lavora, per chi poi il vino lo beve. Questa idea si traduce in vigna: sistemi di viticoltura di precisione con tenute dotate di stazioni meteo che monitorano in tempo reale parametri climatici e rischio di malattie.

Il risultato in bottiglia è evidente: vini puliti, nitidi, senza pesantezze, che uniscono solarità mediterranea, profondità aromatica e una sorprendente freschezza, anche nelle etichette più strutturate.

I vini sardi Argiolas

Turriga è il vino simbolo di Argiolas, un vino rosso da uve autoctone che matura per circa 18–24 mesi in barrique di rovere francese, a cui segue un lungo affinamento in bottiglia. Nel calice si presenta rubino fitto, con profumi di frutti di bosco, confettura di mora, spezie dolci, liquirizia, note balsamiche e richiami di macchia mediterranea; al palato è pieno, strutturato, con tannino cesellato e un finale lunghissimo.

Se Turriga è il fuoriclasse, il Cannonau di Sardegna “Costera” è l’etichetta che porta sulla tavola di tutti i giorni l’anima del rosso sardo per eccellenza. Il vino nasce principalmente da uve Cannonau, con piccole percentuali di Carignano e Bovale Sardo; dopo la fermentazione affina 8–10 mesi in barrique di secondo passaggio, così da ammorbidire il tannino senza appesantire il vino di legno.

Sul fronte dei bianchi, il Vermentino “Is Argiolas” è una delle etichette più rappresentative della cantina. Nasce da vigne selezionate in zone ventilate e luminose, dove l’influenza del mare esalta sapidità e freschezza. Dal colore giallo paglierino luminoso e profumi di albicocca, pesca, frutta tropicale e fiori bianchi, con un sottofondo di agrumi ed erbe mediterranee.